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Inaugurata la riproduzione dell' “Ara di Bato”

E' stata inaugurata questa mattina, venerdì 20 gennaio, la riproduzione dell' “Ara di Bato”, uno dei più interessanti reperti conservati nel Museo Nazionale di Archeologia del Mare di Caorle, che è stata posizionata nella centralissima Piazza Vescovado per poter essere ammirata e conosciuta dalle centinaia di migliaia di turisti che ogni anno affollano la località.

A svelare la riproduzione sono stati il Vicesindaco di Caorle, Luca Antelmo, la Consigliera Comunale Delegata per il Museo Nazionale di Archeologia del Mare Elisa Canta, il Sindaco di Concordia Sagittaria Claudio Odorico, il Direttore del Museo Nazionale di Archeologia del Mare, Federico Bonfanti, la Responsabile del Settore Economico Finanziario del Comune di Concordia Anna Maria Zoppè e Sabina Magro, coordinatrice dei servizi del Museo di Caorle.

L'iniziativa culturale, promossa dal Comune di Caorle, è stata realizzata nell'ambito della mostra Terre Antiche, finanziata all'interno del Programma di sviluppo rurale del Veneto dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso.

Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato anche gli alunni delle classi IV e V delle Scuole primarie Palladio di Caorle e Vivaldi di San Giorgio di Livenza che hanno imparato a leggere il testo latino trascritto sull'ara e che hanno potuto “toccare con mano” per primi la riproduzione. Da ora l'opera sarà a disposizione di tutti: si potrà toccare “con mano”, fruibile in maniera totalmente accessibile e inclusiva.

 “Conoscere la Storia ci permette di costruire il futuro – hanno esordito il Vicesindaco di Caorle Luca Antelmo e la Consigliera Elisa Canta – Quest'opera ci parla dell'antico passato di Caorle e del suo legame con Concordia Sagittaria. Insieme a Portogruaro abbiamo la possibilità di dare vita ad un grande polo culturale attrattivo anche dal punto di vista turistico. Per quanto riguarda la nostra Città, da Piazza Vescovado abbiamo la possibilità di sviluppare un percorso che unisce e promuove il nostro patrimonio storico e che ci lega a doppio filo con un'eccellenza come il Museo Nazionale di Archeologia del Mare”.

“Il Fiume Lemene lega i tre Comuni di Concordia Sagittaria, Caorle e Portogruaro – ha commentato il Sindaco di Concordia Sagittaria Claudio Odorico – così come li lega la storia. Abbiamo l'opportunità di valorizzare la nostra storia, testimoniata dai reperti archeologici, anche dal punto di vista turistico, come elemento attrattivo”

“Voglio ringraziare il Comune di Caorle per aver promosso questa iniziativa ed il Comune di Concordia Sagittaria, capofila del progetto “Dalla romanità al rinascimento”, che ha unito diverse amministrazioni comunali al fine di promuovere importanti reperti di questo territorio – ha aggiunto il Direttore del Museo Nazionale di Archeologia del Mare, Federico Bonfanti – Il mio ringraziamento va anche alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso e in particolare al funzionario archeologo Alessandro Asta per l'importante condivisione d'intenti e collaborazione volta a valorizzare la realtà di Caorle.

Piazza Vescovado è un luogo che ci testimonia, grazie alla riproduzione che oggi abbiamo inaugurato, a monumenti come il Duomo e il Campanile, al Museo Diocesano, come Caorle sia sempre stata un luogo vivo, vitale, abitato da migliaia di anni”.

Alcuni cenni sull'Ara di Bato

L'Ara di Bato, figlio di Laedione, costituisce la testimonianza archeologica dello stanziamento navale romano contro le incursioni piratesche nell'area di Caorle. L'iscrizione contenuta in questa lapide funeraria ricorda Bato, imbarcato sulla “liburna” (nave leggera, da guerra) Clipeus il quale ordinò per disposizione testamentaria al suo erede Paio, di realizzare un monumento funerario che in effetti quest'ultimo fece erigere quando era in vita non solo per Bato, ma anche per se stesso, i suoi familiari ed i suoi servi e serve che aveva reso liberi (i “liberti”).

L'Ara di Bato fu realizzata nella prima metà del I secolo d.C. con la pietra proveniente dalla storica cava romana di Aurisina ed anche la sua riproduzione è stata fatta ben 2000 anni dopo con la stessa materia prima.

Data creazione: 20-01-2023 | Data ultima modifica: 20-01-2023

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