Inaugurazione della riproduzione dell' “Ara di Bato"
“Verba volant, scripta manent” si soleva dire un tempo per ricordare il valore della parola scritta, non solo “su carta” ma anche sulla pietra. Ed è proprio al fine di rendere fruibile a tutti una delle testimonianze “scritte” che conferma il passato romano di Caorle e del suo antico “portus Reatinum”, che il Comune di Caorle ha deciso di dare vita ad un'interessante iniziativa culturale, realizzata nell'ambito della mostra Terre Antiche, finanziata all'interno del Programma di sviluppo rurale del Veneto dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso.
Si tratta della riproduzione dell'“Ara di Bato”, uno dei più interessanti reperti conservati nel Museo Nazionale di Archeologia del Mare di Caorle, che sarà posizionata nella centralissima Piazza Vescovado per poter essere ammirata e conosciuta dalle centinaia di migliaia di turisti che ogni anno affollano la località.
L'Ara di Bato, figlio di Laedione, costituisce la testimonianza archeologica dello stanziamento navale romano contro le incursioni piratesche nell'area di Caorle. L'iscrizione contenuta in questa lapide funeraria ricorda Bato, imbarcato sulla “liburna” (nave leggera, da guerra) Clipeus il quale ordinò per disposizione testamentaria al suo erede Paio, di realizzare un monumento funerario che in effetti quest'ultimo fece erigere quando era in vita non solo per Bato, ma anche per se stesso, i suoi familiari ed i suoi servi e serve che aveva reso liberi (i “liberti”). L'Ara di Bato fu realizzata nella prima metà del I secolo d.C. con la pietra proveniente dalla storica cava romana di Aurisina ed anche la sua riproduzione è stata fatta ben 2000 anni dopo con la stessa materia prima.
La riproduzione sarà inaugurata ufficialmente venerdì 20 gennaio alle ore 11 in Piazza Vescovado. Alla cerimonia interverranno il Vicesindaco di Caorle ed Assessore alla Cultura, Luca Antelmo, la Consigliera Comunale Delegata per il Museo Nazionale di Archeologia del Mare Elisa Canta, il Direttore del Museo Nazionale di Archeologia del Mare, Federico Bonfanti, Alessandro Asta, Funzionario Archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso e Sabina Magro, coordinatrice dei servizi del Museo di Caorle.
All'inaugurazione è invitata tutta la cittadinanza. Parteciperanno gli alunni delle classi IV e V delle Scuole primarie Palladio di Caorle e Vivaldi di San Giorgio di Livenza che saranno coinvolti in prima persona e impareranno a leggere e tradurre il testo in latino trascritto sull’ara. La riproduzione in piazza Vescovado rimarrà a disposizione di tutti: si potrà toccare “con mano”, fruibile in maniera totalmente accessibile e inclusiva.
“Con questa iniziativa – spiegano il Vicesindaco Luca Antelmo e la Consigliera Comunale delegata per il Museo Elisa Canta – intendiamo rafforzare il forte legame tra la Città di Caorle, i suoi residenti ed i suoi ospiti, con la storia millenaria del nostro borgo, ben illustrata e conservata nel Museo Nazionale di Archeologia del Mare che rappresenta il fiore all'occhiello della proposta culturale del nostro territorio. La positiva collaborazione che si è instaurata con la Direzione del Museo e con la Soprintendenza viene ulteriormente rafforzata grazie a quest'opera”.
Data creazione: 16-01-2023 | Data ultima modifica: 16-01-2023